Silvia Magnani

Una vita larga

E’ interessante come ci si accanisca a desiderare una vita la più lunga possibile, quasi che la lunghezza fosse il parametro con il quale si misura la felicità. Le modalità di misurazione dello spazio applicate alla qualità del tempo sono ridicole. Lo spazio si misura per stabilire le distanze, disporre i mobili, organizzarsi una casa ma la vita la si vive giorno per giorno abitando solo in se stessi.

Se proprio devo operare una contaminazione tra tempo e spazio, allora mi auguro una vita larga e profonda.
Larga, così che si contamini con ciò che è situato ai suoi confini. Una vita che occupi, espandendosi, l’intero territorio che le è concesso, andando ad assaggiare tutto ciò che, rimanendo al centro di se stessa, non potrebbe mai assaporare. In fondo è solo abitando ai limiti della propria terra che si conosce il diverso e lo straniero.
Una vita profonda, perché possa accedere, tuffandosi dentro se stessa, anche a  tutto ciò che non è alla superficie, a ciò che non traspare e che solo non avendo paura degli abissi si può conoscere.

Voglio una di quelle vite infarcite di idee, pensieri, progetti, passioni, amori e relazioni, tutti spianati per la larghezza e penetranti sin nella profondità del mio essere, nell’istante medesimo nel quale sono vissuti.
Meglio così che una vita lunga, fatta di attimi superficiali in successione.