Silvia Magnani

L’empatia è per te, la simpatia è per me

Il simpatico è empatico? Non è detto. Empatia e simpatia sono due atteggiamenti mentali molto diversi e possono non essere presenti nella stessa persona.

Empatia cognitiva ed empatia emotiva

Con empatia si definisce la capacità di capire i sentimenti degli altri. Il soggetto empatico possiede un accesso diretto alle emozioni delle persone che incontra ma questo accesso è di due tipi. L’empatico cognitivo riconosce i sentimenti e le emozioni perché ne vede le esternazioni attraverso il comportamento. L’empatico emotivo se li sente addosso.

Tra le due empatie c’è un’enorme differenza.

L’empatia cognitiva si può apprendere. E’ a tutti gli effetti una competenza comunicativa. Essa consiste nella capacità di osservare le azioni, i movimenti corporei, le inflessioni vocali, le scelte semantiche delle persone, accedendo da questi all’intuizione delle emozioni provate. E’ uno strumento potente ma non coinvolge. All’opposto, è utilizzabile a scopo manipolatorio da coloro che considerano l’altro come un oggetto dal quale trarre il maggiore dei benefici.

L’empatia emotiva è mediata dal neurone specchio. che si preattiva in noi quando assistiamo alla manifestazione di una emozione, facendocela sentire sulla pelle. E’ coinvolto il marcatore somatico? Forse. Non è improbabile infatti che l’azione dei mirror porti alla nascita delle risposte che, appunto, generano l’emozione cosciente, in modo non diverso da chi la prova, ma senza scatenare quelle reazioni che nell’emozione vera coinvolgono così pesantemente la dimensione corporea.

L’empatia emotiva è provata anche dagli animali, che non accedono, naturalmente, a quella cognitiva. Il nostro cane capisce, anche se in modo primitivo, se soffriamo o siamo felici e modula il proprio comportamento nel riconoscimento e nel rispetto, del sentimento.

L’empatico gioisce o soffre?

Essendo io una empatica, capace cioè di sentirmi nascere dentro l’emozione che comprendo agitare l’altro, direi di sì. Ma questa sofferenza o felicità non è data dal provare la medesima emozione di chi ho davanti, tutt’altro.

L’empatico non condivide le emozioni che vede affiorare ma comprende cosa l’altro prova perché è stato messo nei suoi panni. Chi prova empatia emotiva entra, per così dire, nelle scarpe di chi ha davanti, con un processo di immedesimazione che attinge alla intuizione di appartenere allo stesso universo etico e di condividere la medesima condizione dell’umano.

E’ per questa ragione che l’empatico reagisce, cerca di intervenire, non si limita a guardare e a comprendere. L’empatico si distacca da sé e dal proprio interesse immediato per abbracciare l’interesse dell’altro.

L’empatia emotiva non si insegna, si coltiva, si sviluppa utilizzando ogni occasione che la vita presenta, spesso le più negative e provanti. E’ un cammino interiore non un percorso di studio. Si fonda non su nozioni ma sull’esempio.

E la simpatia?

La simpatia è anch’essa bifronte. Il simpatico è una persona che non solo riconosce le emozioni dell’altro ma le condivide, provandole a sua volta. Il simpatico soffre e gioisce, non mettendosi al posto dell’altro ma diventando lui, come un camaleonte assume il colore del ramo su cui si posa.

Ma mentre l’empatia emotiva non può essere simulata, o la si prova o non la si prova, essendo un moto interiore dell’anima che solo successivamente si trasforma in azione, la simpatia è falsificabile da chiunque sia dotato di empatia cognitiva e desideri essere gradito, amato, apprezzato.

Per questa ragione la simpatia simulata è una delle armi più potenti del narcisista manipolatore che circuisce la propria vittima, rendendola dipendente, per trarne il massimo beneficio personale.