Silvia Magnani

L’allattamento come prima forma della relazione

All’inizio della vita  il nutrimento è non solo sostegno in vita, ma  messaggio. Nell’accoglimento che fa seguito al parto, la prima interazione consiste, infatti, nel porgere il seno: con questo atto il neonato entra a far parte del mondo, viene cioè a contatto con chi gli dispensa nutrimento e affetto. La nascita e l’immediato post-partum, nel quale il piccolo viene avvolto per la prima volta dall’abbraccio materno e successivamente attaccato al seno, sono tappe decisive nell’esperienza..

 L’allattamento è il momento più favorevole alla relazione, infatti:

  • la mamma e il bambino hanno un obiettivo in comune: la nutrizione
  • la vicinanza fisica facilita la trasmissione di messaggi anche attraverso i canali  olfattorio, tattile, termico;
  • il bambino può venire sorretto e “contenuto” dalle braccia materne, in una posizione raccolta simile a quella tenuta nell’utero;
  • la vicinanza dei visi permette il controllo reciproco delle espressioni;
  • la prossimità corporea favorisce l’uso di una voce poco intensa, spesso grave, fortemente tranquillizzante;
  • il contatto diretto al torace materno permette l’ascolto del battito cardiaco e la percezione vibratoria delle consonanze prodotte dall’uso della voce.

 

Come l’allattamento facilita la relazione

che cosa può fare la mammavantaggi prodotti dal comportamento maternocome risponde il bambino
scegliamo  una sedia e una posizione comoda, che possa divenire abituale per l’allattamentocreazione di uno schema di comportamento motorio facilmente riproducibilericonosce che è arrivato il momento della poppata
teniamo il bambino in braccio, nell’incavo del gomito, avvicinato al petto e a distanza di 15 – 25 cm. dal visopossibilità di  osservazione reciproca, trasmissione delcalore corporeoosserva il viso della mamma, ne sente il caloresi abitua al tipo di abbraccio
avviciniamo la guancia del bambino al seno o la tettarella alla guanciaproduzione di un ulteriore segnale per il riconoscimento dell’approssimarsi del nutrimentoruota il viso dal lato della stimolazione
stimoliamo le labbra del bambino con la punta delle dita, il seno o la tettarellainduzione dell’apertura della boccaafferra il capezzolo e inizia a succhiare
muoviamo dolcemente (su e giù) la tettarella nella bocca del bambinostimoliamo le guance con un  lieve massaggiomantenimento o ripresa della suzione alimentareevita di addormentarsi, riprende a succhiare
parliamo dolcemente al bambinoproduzione di melodie con la vocepercezione della presenza materna, anche nella sua componente di suono (la mamma è anche la sua voce)
tocchiamo il bambino con la mano che lo sostiene, una calda pressione può essere sufficienteinvio di messaggi fisici di rassicurazione e confortorilassamento

 

così facendo…

durante l’alternarsi tra momenti di suzione e momenti di riposo, nei quali il bambino è libero di osservarla,  la madre può inserirsi toccando, scuotendo dolcemente, cullando il piccolo e può rivolgergli la parola. Queste azioni materne, che si inseriscono nell’atto alimentare senza sospenderlo,  hanno due effetti principali:

1.    stimolano il piccolo a riprendere la poppata e quindi a portare con successo a termine l’allattamento  (azione induttrice di comportamenti);

2.    propongono uno schema di interazione di tipo alternato nella quale momenti di produzione di messaggi si alternano a momenti facilitanti l’ascolto dell’altro (prototipo di tutte le future interazioni, linguistiche e non).

L’esistenza di questo spontaneo uniformarsi della coppia mamma-bambino a un ritmo alternato di intervento nella poppata è ciò che differenzia in modo sostanziale la nostra specie dagli altri mammiferi.

Il neonato umano manifesta infatti una preferenza per il ritmo  delle deglutizioni (di solito da 10 a 20 consecutive, intervallate da una pausa) e per la durata complessiva della poppata e tende a sospendere in modo imprevedibile il proprio comportamento alimentare.

I movimenti di distacco dal capezzolo, l’interruzione della deglutizione e la manifestazione di uno stato di insofferenza del lattante vengono recepiti dalla madre con ansia  e a essi viene attribuito un significato che spesso non hanno. Ogni interruzione della suzione alimentare viene vissuta infatti  come momento di crisi del rapporto di nutrizione e determina la messa in atto di comportamenti materni (non sempre giustificati) tendenti a ripristinare l’attività interrotta.

Si viene così ad instaurare un dialogo, nel quale le pause dell’attività alimentare vengono popolate dalla presenza della madre. Poco alla volta la mamma, che non è viene più identificata solo come  nutrice, inizia ad acquistare rilevanza comunicativa per il neonato, il quale presto comprende che i propri silenzi sono stimolo all’azione dell’altro, così come le proprie azioni generano silenzio e rispetto nella madre.

l’alternarsi di momenti di riposo con momenti di interazione e di succhiamento alimentare  costituisce il prototipo di ogni relazione sociale.

Le stimolazioni materne, anche se messe in atto allo scopo di far riprendere la nutrizione, sono fonte in se stesse di gratificazione per il bambino, che, molto precocemente, associa l’atto alimentare con il piacere del contatto. Tra le sollecitazioni che più di altre inducono la ripresa della suzione vi sono: movimenti di tutto il bambino (scrollo dolce, sussulto), abbraccio contenitivo e protettivo, carezze brevi, colpettini sul corpo o sulle guance. Tutti esempi di comportamenti comunicativi significanti e apportatori di piacere anche nel resto della vita.

Occorre comunque ricordare, qualunque sia il vissuto materno, che il bambino è in grado di autoregolarsi nei ritmi e nella durata della poppata e che atti di suzione non alimentare sono normali.

Nonostante gli errori di interpretazione nei quali la madre incorre, la relazione alimentare rimane, almeno nei primi tempi, la palestra di conoscenza reciproca, in essa perfino l’errore diviene utile al miglioramento del rapporto.