Silvia Magnani

Le tre forme dell’imitare

Quanti tipi di imitazione ci sono? Perché imitare è così importante per i bambini?

Esistono tre tipi almeno di imitazione: quella immediata (ti vedo fare una cosa e immediatamente la faccio anche io), quella posticipata (ti guardo mentre fai qualcosa e poi anche io faccio qualcosa di simile), quella ritardata (faccio, senza che tu sia presente, qualcosa che ti ho visto fare). Sono tutte e tre modi per imparare utilizzati dai bambini.

La prima si fonda sulla naturale tendenza all’imitazione che ci caratterizza come specie sin dalla nascita. Ovviamente il cosa imito dipende da che cosa attrae il mio interesse e dal cosa so già fare di mio. Da neonato siamo attratti dai visi, occhi e bocca in particolare. Per questo se tiriamo fuori la lingua i piccolissimi fanno altrettanto, esperti lappatori come sono!

La seconda l’ho sperimentata col mio nipotino dal secondo semestre di vita e soprattutto nel suo secondo anno, quando ha imparato a manipolare gli oggetti con ancora maggiore destrezza. Aprivo il barattolo delle bolle per poi richiuderlo e subito lui protendeva le manine per fare altrettanto. Naturalmente occorreva che l’azione proposta fosse motivante (fare le bolle era la sua passione) e che io fossi abbastanza di buon umore per non dispiacermi troppo quando rovesciava il liquido saponoso sul tappeto.

Anche la terza gliela vedo fare sempre più spesso, quando crede che io non lo osservi. Apre la credenza per dare i granini ai gatti, cerca di pulirsi i sandaletti col lucido da scarpe di suo nonno. Si siede alla mia scrivania e digita sulla tastiera, poi traccia uno scarabocchio su un memotac, lo stacca e lo butta nel cestino. Rifletto su questa sua passione dell’ultima ora e che corrisponde a un mio agire tipico: scrivo al computer, mi arresto, ho una idea, la appunto, riprendo a digitare e butto il foglietto ormai inutile.

Un ultimo pensiero: per arrivare al terzo tipo di imitazione, oltre alla memoria occorre, secondo gli psicologi dell’età evolutiva, anche la rappresentazione del fine dell’azione, cioè sapere perché una certa azione è compiuta, così da imitarla per ottenere lo stesso risultato.
Ma se questo è evidente per dare la pappa ai gatti, nell’imitare il mio comportamento alla scrivania c’è solo la fiducia che tale comportamento sia sensato. La fiducia nell’attendibilità del modello sembra in questo caso il garante dell’utilità, magari futura, di ciò che si sta imparando a fare e, ne sono convinta, costituisce uno dei mattoni sui quali si edificherà la sua creativa operosità di domani.