Silvia Magnani

Perché utilizzare il pianissimo per capire se una voce è sana

Per prima cosa occorre ricordarsi che in una laringe sana, per fonazioni a bassa intensità, l’adduzione cordale che permette la nascita del segnale glottico, è opera dei soli muscoli intrinseci. Inoltre, affinché non si presenti fuga d’aria intrafonatoria, cioè il sistema non lavori in dispersione di flusso, è necessario che l’adduzione sia completa, con perfetto contatto tra i bordi liberi cordali. Una emissione in pianissimo del tutto eufonica è quindi possibile solo se nessun sistema di compenso adduttorio viene reclutato e se i margini delle corde vocali sono del tutto lineari.  In altre parole: emettere la voce in modo accettabile ad alta intensità è possibile anche per una laringe malata (l’insufficienza adduttoria viene compensata dal reclutamento di false corde e sovraglottico e le irregolarità dei bordi liberi vengono compresse dalla forza esercitata dall’ipercinesia) ma essere eufonici in pianissimo è solo delle laringi sane. Rivediamo per punti come utilizzare nella vocalità artistica ciò che è stato detto.

1. Una laringe sana, con corde vocali integre, esenti da lesioni, dotata di muscolatura intrinseca tonica, è in grado di generare un pianissimo a bocca chiusa o fonando in A, a frequenza di conversazione. Perché “a bocca chiusa” o fonando in A?

Perché fonando la laringe compie piccoli spostamenti, seguendo i movimenti endorali della lingua, con cambiamento dell’assetto glottico. Con la vocale “i” essa è attratta verso l’alto, per l’avanzamento linguale. Le corde si fanno più sottili, ulteriormente avvicinandosi, mascherando così una ipotonia. Con la “o” e la “u”, il piano glottico si abbassa, le corde si ispessiscono, compattandosi e favorendo il contatto anche in caso di modeste irregolarità del bordo libero. Nella produzione della vocale “a” o a bocca chiusa con lingua in postura fisiologica la laringe rimane sul piano neutro e nessun compenso è possibile.

2. Una laringe sana è in grado di generare un pianissimo, privo di fuga d’aria, per tutte le vocali. e a tutte le frequenze del range. Il buon tono adduttorio e la regolarità dei margini permettono, anche nella fonazione in “i” e in quella a margini sottili, di emettere la voce senza che sfugga aria.

Se passiamo da una nota grave a una più acuta, sempre in pianissimo, le corde vocali subiscono un allungamento progressivo (come sai la frequenza di fonazione è direttamente proporzionale alla loro lunghezza), assottigliandosi sempre più, senza aumentare significativamente le forze di adduzione.

3. Una laringe sana è in grado di mantenere un buon contatto adduttorio in pianissimo anche ruotando la testa, estendendola e flettendola.

Emettendo una nota prossima alla frequenza di conversazione in pianissimo, a bocca chiusa e , successivamente, con la vocale “a”, (con piano laringeo quindi in postura neutra), ruotando lentamente la testa a destra e poi a sinistra e infine flettendo ed estendendo il capo, si ottengono cambiamenti dell’assetto glottico potenzialmente destabilizzanti l’adduzione. In lateralizzazione la corda vocale controlaterale al lato di rotazione deve essere ben tonica per addursi correttamente. In estensione il bordo libero, naturalmente assottigliato, deve essere del tutto lineare per accollarsi completamente.

Utilizza sempre il pianissimo se vuoi testare la tua voce o quella dei tuoi allievi. Non accontentarti di una buona emissione nella produzione del repertorio.