Definizione
La disprassia verbale è un disturbo di linguaggio raro, caratterizzato dalla estrema difficoltà nel produrre il linguaggio parlato, in assenza di alterazioni del tono e della capacità contrattile dei muscoli e in assenza di alterazioni organiche dell’apparato fonoarticolatorio. Essa viene chiamata anche CAS (Chindhood Apraxia of Speech).
Eziologia
La CAS può avere diverse eziologie. Il 10% dei bimbi affetti da sindrome di Down ne è affetto come circa il 13% dei piccoli portatori di disturbo autistico. Un’alterazione genetica è presente in alcuni casi. Nella maggior parte dei casi però nessuna eziologia può venire identificata e non si riscontra alcun danno neurologico obiettivabile.
Sintomi
La CAS può venir sospettata nel corso della terapia logopedica per la sproporzione tra impegno profuso e povertà dei risultati ma occorre ricordare che non esiste un corredo sintomatico senza il quale non si possa fare diagnosi di CAS, così come non esiste sintomo in presenza del quale si sia certi del disturbo.
E’ comune una incompetenza orale prassica associata, non proporzionale però a quella presentata sul canale verbale-fonatorio. Caratteristica ma non patognomonica è la dissociazione tra prassie automatiche e prassie richieste anche su modello. Un certo grado di ipomimia è presente.
Nella fonoarticolazione si assiste a difficoltà nelle transizioni fonemiche, ad alterazioni nella produzione di singoli fonemi (in modo caratteristico è più accurata la produzione di fonemi isolati rispetto a fonemi in parola), ad alterazione nella risonanza con presenza/assenza di rinofonia e comparsa di stomatolalia chiusa posteriore. Le alterazioni fonoarticolatorie non sono stabili e possono presentare aspetti inconsueti rispetto a quanto si verifica nel tipico disturbo fonologico.
Nel bambino molto piccolo la diagnosi è resa difficile dalla scarsità della comunicazione verbale. Nel bambino più grande compaiono ulteriori sintomi, resi possibili dalla competenza linguistica, quali fenomeni di evitamento o di sostituzione di parola.
Caratteristica della CAS è l’incompetenza prosodica, la difficoltà di timing della frase con prolungamenti vocalici, le alterazioni nella resa degli accenti,, l’incapacità di porre un corretto stress frasale.
Molti bimbi temono l’esplorazione orale e non dimostrano un’adeguata capacità propriocettiva del distretto.
Diagnosi
Non esiste un percorso diagnostico specifico.
La diagnosi deve prevedere, oltre a una anamnesi accurata, la valutazione della capacità uditiva, un’accurata valutazione del linguaggio e una valutazione specifica delle abilità oro-motorie.
L’anamnesi deve ricostruire la progressione delle abilità alimentari (dalla suzione alla conquista della masticazione con triturazione) e raccogliere le abitudini alimentari del soggetto (cosa mangia e come mangia).
La valutazione del linguaggio deve comprendere, oltre alla valutazione dell’inventario fonologico e delle competenze semantiche e morfosintattiche, la valutazione della prosodia. Test più formali possono indagare la capacità di ripetizione di parole (difficoltà per parole di tre e più sillabe), la adiadococinesi (caratteristica è l’incapacità di produrre variazioni rapide nello schema articolatorio).
La valutazione delle abilità orali deve essere condotta sia con osservazione delle prassie messe in atto spontaneamente sia con valutazione di quelle realizzate con modellamento o comando verbale (tipica è la incongruenza della gravità dei due aspetti esecutivi).
Terapia
Non esiste uno schema di terapia validato per evidenza di risultato. E’condivisa la convinzione che siano più fruttuose terapie logopediche caratterizzate da sedute non prolungate ma ravvicinate nel tempo e che proposte plurimodali siano più efficaci.
Per saperne di più
leggi cosa viene scritto sulla CAS
nel sito di ASHA
nel sito della Mayo Clinic
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