Silvia Magnani

Il buon parlatore

Una voce eufonica non presenta rumori, possiede una buona dinamica di intensità e di frequenza, gode di un buon timbro, non ha bisogno di sforzo e fatica per prodursi, è utilizzata prevalentemente in modalità di attacco dolce, dimostra un buon bilancio delle risonanze. Chi non possiede queste caratteristiche è malato.

Un buon parlatore, in più, utilizza una durata della frase corretta e adeguata alla profondità della presa aerea effettuata, risparmiando abitualmente il volume residuo, inspira rapidamente ma profondamente, concedendosi una pausa “muta” sufficiente, conosce le regole prossemiche della voce e gestisce l’intensità in relazione alla distanza o al numero degli interlocutori e all’entità del rumore ambiente, possiede organi articolatori mobili e tonici, compie con essi movimenti precisi, effettua una messa in voce corretta (per qualità di attacco) e intonata (per frequenza di esordio). Chi non è in grado di fare ciò è “incompetente”.