Silvia Magnani

Percepisci, dottor Tulp!

L’ostinazione  alla quale si assiste in medicina a dare valore solo a ciò che è misurabile è di estremo interesse in campo sociologico.

Essa è  dovuta al bisogno di reperire prove evidenti (della esistenza o meno di un processo patologico, della efficacia di un farmaco),  al progetto ambizioso di dare a ogni patologia il trattamento più efficace,  al bisogno soggettivo di mettersi al riparo da conseguenze legali. In campo foniatrico vocale essa appare però secondaria anche alla incapacità di reperire una semantica che vada a descrive in modo esaustivo i caratteri del campo percettivo, cioè le qualità  molteplici, parallele o confluenti, della voce umana.

Tale incompetenza del trovare parole e del legare tali parole a significati ha come conseguenza una sordità selettiva, per la quale si riesce a percepire solo quello che successivamente si sa misurare: la frequenza fondamentale, la presenza di rumore da fuga d’aria, di alterazioni di regolarità del ciclo vibratorio, il vibrato, il tremore, ecc.

L’impoverimento del vocabolario e la incapacità di costruzione sintattica è un fenomeno pervasivo del nostro tempo. La sostituzione sistematica della prosa con la frammentarietà del messaggio inviato per sms non ha solo semplificato la lingua scritta, ha ridotto addirittura la nostra capacità di “dare parole” ai sentimenti, alle emozioni, di esplicitare correttamente ed esaustivamente le intenzioni e le ragioni del comportamento, sino ad arrivare a ridurre la capacità introspettiva in coloro che, non sapendo come nominare, disimparano a riconoscere ciò che accade nell’animo.

La scienza, ai suoi esordi, è stata dissettiva, anatomica, topografica. Ha intuito il funzionamento di organi e apparati dalle relazioni spaziali e compreso le patologie dagli esiti morfologici.

La medicna è nata percettiva. Il medico ha guardato per comprendere e l’anatomista, sì anche il dottor Tulp chino sul cadavere nell’immagine iconica di ECM, ha prima osservato, poi visto, poi capito, al fine di far vedere e far comprendere .

L’educazione visiva è stata alla base della scienza medica. E’ stato grazie ai cadaveri dei condannati a morte, alle dissezioni autorizzate o clandestine, che la nostra arte si è evoluta e dalla morfologia e dalle sue aberrazioni è arrivata a distinguere la patologia dalla salute e a prima ipotizzare, poi provare, la fisiologia.

Il dottor Tulp guida da secoli i propri attempati studenti in un itinerario visivo, sviluppando in loro quella intelligenza percettiva della quale dobbiamo riappropriarci in foniatria vocale. Prima che essere evidenza misurabile l’anatomia, perfino l’anatomia, è stata competenza percettiva.